Napoli, 31 gennaio 2012 -Una grande lista civica, ma soprattutto una rete di sindaci, riferimento del cambiamento e ‘faro’ per i partiti: sono queste le ipotesi che Luigi de Magistris fa per il futuro politico del Paese, riferendosi al forum di sabato scorso a Napoli. «I Partiti sono fondamentali in democrazia, ma allo stesso tempo è indispensabile che siano vicini ai cittadini e alle esigenze che cambiano – ha detto de Magistris – mi piace l’idea di Michele Emiliano (sindaco di Bari ndr) sulla possibilità di creare una lista civica nazionale». L’ex magistrato precisa che non si candiderebbe in prima persona perchè vede i Sindaci come riferimento per il cambiamento e come garanzia con i cittadini. «Dobbiamo intercettare la voglia di cambiamento della maggioranza degli italiani – ha continuato il primo cittadino di Napoli – i sindaci non devono scendere in campo direttamente ma essere protagonisti della nuova pagina politica per non rafforzare il liberismo e sfuggire dal berlusconismo, creando una formula nuova e realmente alternativa». L’idea di riproporre l’alleanza di centro sinistra, nata a Vasto, che vedeva il Pd con Sel e Idv, non convince il sindaco di Napoli. «La ‘fotò di Vasto era una bella fotografia che vedeva tutti uniti per un progetto – ha detto de Magistris – ma era solo una foto che non produce cambiamenti, faceva prefigurare un messaggio chiaro che però non si è concretizzato, infatti, adesso il Pd governa con il Pdl, quindi se si dovesse riproporre quella ‘fotò mi interessa, ma con segnali chiari di coerenza. Altrimenti il Paese lo cambiamo lo stesso anche senza alcuni alleati». Concludendo la sua analisi politica, il Sindaco ha sottolineato come il leader di Sel, Nichi Vendola, abbia evidenziato l’errore del suo partito di non appoggiare il de Magistris in campagna elettorale. «Vendola mi ha inviato un messaggio dove diceva di riconoscere l’errore fatto alle amministrative a Napoli – ha detto de Magistris – loro sono alleati non tattici ma strategici, per costruire una alternativa politica senza tatticismo e opportunismo, ed essere concreti nell’obiettivo del cambiamento».
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